Territorio
Monteleone Sabino sorge a 496 metri di altezza sul livello del mare, sulle propaggini meridionali dei monti Sabini. Il fiume Farfa scorre nel territorio comunale.
Storia
Posto su un'altura ben difendibile, il paese di Monteleone Sabino nacque in età altomedievale, a partire dal castello edificato molto probabilmente verso il IX secolo dagli abati di Farfa. Per qualche tempo il castello continuò ad essere citato come pertinente a Trebula, per cui si deve supporre una continuità di vita dell'antica città romana, anche se nel 943, in una bolla di papa Martino II, si parla di un Leonem Montanianum.
Deve il suo nome probabilmente alla presenza nella zona di moltissime sculture rappresentanti leoni, tra cui le due poste all'ingresso del paese, o forse al fatto di essere stato per lungo tempo sotto il dominio della famiglia Brancaleoni di Romania. Nei secoli successivi il castello e i paesi di Trebula e Ginestra rimasero proprietà dell'Abbazia di Farfa, ma con la crisi dell'ordine benedettino si avvantaggiarono alcune famiglie nobili, che si impadronirono delle proprietà ecclesiastiche: così nel 1285 Castelleonis (forse Monteleone) compare nel testamento di papa Onorio IV come proprietà dei Savelli, mentre quasi 100 anni dopo i Brancaleoni ne sono feudatari. Monteleone, che fu saccheggiato nel 1460 dalle truppe del capitano di ventura Jacopo Piccinino, fu proprietà dei Cesarini e degli Orsini, ai quali passò definitivamente nel 1480. Nel 1604, morto senza eredi Enrico Orsini, Monteleone venne incamerato dalla Santa Sede. Nel 1700 i beni della Camera sono affidati in enfiteusi alla famiglia Gamberi-Lancelotti.
In tempi recenti merita di essere ricordato l'eccidio compiuto dai tedeschi il 24 Aprile del 1944, quando i soldati occupanti rastrellarono undici innocenti, 10 di Monteleone e un venditore ambulante di passaggio, fucilandoli nei pressi di S. Vittoria.
La leggenda è legata al culto di S.Vittoria, patrona del paese.S. Vittoria era una giovinetta di nobile famiglia, orfana, che si convertì al cristianesimo sotto l'Imperatore Decio, attorno all'anno 250. A quel tempo un orribile drago, che si era annidato in una grotta, spargeva la morte fra la popolazione di Trebula; Vittoria riuscì con la forza della fede a cacciarlo via, per questo motivo la popolazione della città si convertì in massa.
Malgrado la fama acquisita con l'impresa, Vittoria fu invitata da un funzionario, Taliarco, ad abbandonare il cristianesimo e venerare la dea Diana ed al suo rifiuto venne uccisa con un colpo di pugnale. Dopo sette giorni la santa fu seppellita nella grotta del drago e lì venerata. Si racconta inoltre che nell'esatta zona in cui avvenne il martirio l'erba non cresca più.
Monumenti e luoghi di Interesse
Architetture Civili
Opere Romane
A circa un chilometro dal paese si trovano i resti dell' antica Trebula Mutusca e tra questi quelli del grandioso Anfiteatro sul lato Nord-Est. Nella piazza principale di Monteleone all' esterno del forno comunale, resto di iscrizione a grandi caratteri. Nella casa col civico n. 258 — Iscrizione, la cui pietra serve ad uso di scalino. All' esterno della casa col civico n. 202 — Resto d' iscrizione in marmo. — Altra su pietra bianca. Presso l' ex convento di S. Francesco — Cippo marmoreo con grande iscrizione. Nel piazzale di centro alla chiesa di S. Vittoria, nell' interno e nel campanile contansi altre sedici iscrizioni. — Entro il paese come pure presso la chiesa e nella sua fronte veggonsi varie sculture segnatamente con figure di leoni; due particolarità occorre qui di notare, la prima a metà di via tra il paese e la Chiesa di S. Vittoria le quali consistono in un sorprendente capitello corintio in parte frammentato; l' altra sulla piazza di S. Vittoria rappresentante Perseo che mostra la testa di Medusa. Ex Convento di S. Francesco Nel Chiostro, Affreschi — I fatti della vita di S. Francesco; opere del Manenti e de' suoi discepoli.
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